La pandemia ha cambiato le nostre abitudini, e questa è una certezza. Ma dove possiamo trovare le informazioni che ci aiutano a comprendere il cambiamento da pandemia?
Come cambierà il lavoro dopo la pandemia?
Semplice, grazie al motore di ricerca più utilizzato al mondo: Google.
Think with Google, è lo spazio dove trovare dati e trend di mercato. Nello studio messo online da Lucy Sinclair, è stata fatta un’analisi dei termini di ricerca più cliccati. Attraverso queste parole possiamo ricostruire il nostro passato recente e comprendere in che direzione stiamo andando. Lo studio è basato sui termini di ricerca più usati in Europa, Medio Oriente e Africa per comprendere il Cambiamento da pandemia.
In che modo il distanziamento sociale ha cambiato le abitudini? Sì è notato un amento dell’utilizzo di termini come: negozi di alimentari, asporto, consegna a domicilio, codici sconto. E queste sono informazioni essenziali per chi ha un business nel settore food perché mettono in luce le nuove necessità degli utenti. Conoscere la domanda ci permette di elaborare un’offerta adeguata.
Per il mondo del lavoro, tra le abitudini emergenti, c’è quella dello smart working. Fatichiamo a capire quali saranno le conseguenze nel lungo periodo, quanto il prima pandemia e il dopo, dovranno trovare un compromesso. Di certo abbiamo trovato elementi positivi in delle routine che prima erano stressanti: scrivania alta regolabile e sedia da ufficio comoda sono parole con un alto tasso di ricerca. È chiaro che ci stiamo adattando a una vita lavorativa differente e la stiamo pianificando per il lungo periodo.
La difficoltà per tutti è trovare un equilibrio tra vita privata, famiglia e lavoro. Come riuscire a evadere dalla quotidianità, come rimanere in contatto con gli altri da lontano, dall’interno della propria abitazione? Le persone in Google cercano: giochi di società online, giochi da fare con amici, cori virtuali, fare il sushi a casa e addirittura regate virtuali. Ci troviamo difronte di fronte a una nuova evoluzione della socialità e le aziende che fanno entertaining stanno studiando soluzioni che aderiscano a questa nuova realtà.
Ma siamo davvero disposti a rinunciare al contatto fisico?
L’uomo è un essere sociale, quindi non stupisce che in Italia la ricerca “adottare un cane” abbia visto un’impennata in questi ultimi mesi: durante la pandemia oltre 3,5 milioni di italiani hanno deciso di prendere un animale domestico.
Altra abitudine importante di cui le società devono tener conto: chi fa da sé fa per tre non è più un modo di dire, è un fatto. In questi mesi i consumatori, non avendo più accesso ad alcuni servizi, se li sono procurati.
Chi durante il primo lock down non si è tagliato i capelli?
Questa infatti è una delle nuove chiavi di ricerca: come tagliare i capelli, come costruire un robot, idee per il bagno, idee per la palestra in casa.
Lentamente torneremo a una nuova quotidianità, e le ricerche mostrano un’apertura graduale all’idea di poterci di nuovo muovere all’esterno: camminate nei boschi qui vicino, visita virtuale al museo. Ma siamo certi che, quando possibile, torneremo a fare le stesse cose di prima? Forse no, come è già stato dimostrato. Per molti le esperienze virtuali sono più comode e accessibili e entreranno sempre di più a far parte delle nostre abitudini.
A questo proposito, Google grazie a un altro strumento di analisi che è la sua pagina Trends, offre ulteriori spunti di riflessione per comprendere il cambiamento da pandemia. La pandemia che ci ha costretti a circoscrivere il nostro raggio di azione, ha cambiato uno parametro che condiziona le nostre decisioni: la distanza. Oggi scegliamo di fare acquisti prevalentemente da attività in zona. Se prima eravamo disposti a spostarci per comprare qualcosa, adesso vogliamo (o dobbiamo) fare acquisti in zona. Ecco che gli utenti italiani, nel 2020, hanno digitato “vicino a me…” per cercare al primo posto panificio, al secondo posto benzinaio, poi fioraio e così via. Questo è un importante segnale per tante piccole e medie attività colpite dalla crisi: il loro potenziale mercato di zona è cresciuto. Ciò spiega il boom di app, e di servizi aggiuntivi, che le aziende stanno creando per fidelizzare i vecchi consumatori e accaparrarsene di nuovi. E chiaramente non stupisce come lo shop online sia diventato un requisito fondamentale per raggiungere clienti fuori zona. Non avvalersi di questi strumenti vuol dire perdere terreno di fronte a una concorrenza sempre più aggressiva.
La pandemia ci ha reso migliori?
La verità è che la crisi ci ha cambiati, ha accelerato dei processi che erano in atto e ha ribadito, ancora più forte, quanto la tecnologia sia fondamentale nella nostra vita quotidiana. Chi era rimasto indietro è in difficoltà e dallo scorso anno sta investendo nell’aggiornamento. Ma la vera difficoltà di questo upgrade, è che deve essere mentale. Dobbiamo abbandonare abitudini consolidate e rapidamente abbracciarne di nuove.
Leggendo i dati emersi dalla ricerca della Sinclair, analizzando le parole che ogni giorno immettiamo in Google, possiamo provare a immaginare il futuro che ci attende, proprio dietro l’angolo. L’analisi dei dati è l’unica mappa a nostra disposizione in questo nuovo mondo.
Studiare i nostri comportamenti, raccogliendo tracce digitali, è la chiave per il successo (o per la sopravvivenza) di molte società.
Fatti trovare pronto per il futuro, contatta INVENETA per comprendere il cambiamento da pandemia nel tuo business.