Introduzione: quando la manifattura veneta incontra la finanza globale
Il Nord-Est italiano è da sempre una delle aree più dinamiche del tessuto industriale europeo. Migliaia di imprese, spesso familiari e fortemente radicate nel territorio, producono eccellenze che esportano know-how, qualità e innovazione nel mondo.
Ma oggi, in un contesto di globalizzazione e di trasformazione digitale, anche le aziende più solide si trovano davanti a un bivio: crescere, aprirsi a nuovi capitali o rischiare di restare indietro.
In questo contesto, le operazioni di M&A (Merger & Acquisition) stanno diventando una leva fondamentale per garantire la continuità e la competitività delle imprese venete.
Il caso che analizziamo oggi — tratto da un’esperienza reale, ma anonimizzato per riservatezza — racconta proprio come una media impresa manifatturiera del Veneto sia riuscita a fare il salto di qualità grazie all’ingresso di un gruppo internazionale.
Il contesto: un’eccellenza veneta alla ricerca di futuro
L’azienda che chiameremo idealmente MetalForm S.r.l. (lavoriamo in NDA – Lettera di riservatezza, pertanto non pubblichiamo mai i dati delle nostre operazioni) è una realtà manifatturiera di circa 90 dipendenti, specializzata nella produzione di componenti metallici ad alta precisione per il settore dell’automotive e delle macchine industriali.
Fondata negli anni ’80 da una famiglia imprenditoriale locale, nel tempo ha costruito una filiera solida e una reputazione di qualità presso clienti tedeschi e francesi.
Negli ultimi anni, però, la crescente pressione competitiva, la necessità di investire in automazione e la mancanza di un passaggio generazionale hanno portato la proprietà a interrogarsi sul futuro.
Da qui la decisione di aprire il capitale a un partner strategico, capace di assicurare continuità, investimenti e una prospettiva internazionale.
L’inizio del processo di M&A: la scelta di un advisor
Il primo passo è stato affidarsi a un advisor specializzato in finanza straordinaria, con esperienza nel settore industriale.
L’obiettivo era duplice:
- Valutare il reale valore dell’impresa, tenendo conto non solo dei bilanci, ma anche della tecnologia, della filiera e del capitale umano.
- Individuare un acquirente industriale internazionale in grado di valorizzare l’azienda nel lungo periodo.
L’advisor ha quindi avviato una fase di pre-analisi, costruendo un Information Memorandum dettagliato che descriveva:
- la struttura societaria;
- la capacità produttiva e gli impianti;
- i flussi economici e i margini per linea di prodotto;
- le relazioni di fornitura e i principali clienti;
- le opportunità di crescita derivanti dall’integrazione in un gruppo più grande.
Questa preparazione accurata ha permesso di presentare MetalForm in modo professionale e attrattivo, aprendo la strada ai primi contatti con potenziali investitori.
La ricerca del partner ideale: da interesse a trattativa
Dopo un processo di scouting internazionale, l’advisor ha ricevuto manifestazioni d’interesse da tre gruppi esteri: un fondo tedesco, un gruppo francese e un player industriale svizzero.
La scelta è ricaduta su quest’ultimo — che chiameremo Helvetic Group AG — per una ragione strategica:
non cercava un’operazione puramente finanziaria, ma una integrazione industriale, con l’intenzione di mantenere la produzione in Veneto e potenziare la capacità tecnologica.
Le prime negoziazioni riservate (NDA) sono seguite da incontri in sede, visite ai reparti produttivi e confronti con il management.
L’interesse reciproco è cresciuto rapidamente: Helvetic Group cercava un polo manifatturiero europeo per servire meglio i propri clienti automotive, e MetalForm offriva competenza e prossimità ai mercati chiave.
La due diligence: il momento della verità
Come in ogni operazione di M&A, la fase cruciale è stata la due diligence — la verifica approfondita di tutti gli aspetti economici, fiscali, legali e ambientali dell’azienda.
Per MetalForm, questo è stato il banco di prova della propria trasparenza e solidità:
- i bilanci erano certificati e coerenti;
- non c’erano contenziosi rilevanti;
- la struttura finanziaria era sana, con una marginalità costante negli anni;
- il parco macchine era aggiornato e conforme alle normative ambientali.
Durante la due diligence, sono emerse anche alcune criticità gestionali (assenza di un ERP integrato e dipendenza da pochi fornitori chiave), ma il team dell’advisor le ha sapute contestualizzare e trasformare in opportunità di miglioramento, anziché ostacoli.
Il processo di verifica è durato circa 60 giorni e si è concluso positivamente, aprendo la strada alla negoziazione della Share Purchase Agreement (SPA).
La negoziazione: un equilibrio tra continuità e crescita
Nella definizione dell’accordo, le parti hanno lavorato su un principio chiave: garantire la continuità gestionale e produttiva nel breve termine, ma creare le condizioni per l’integrazione nel medio periodo.
Gli elementi principali dell’intesa:
- Cessione del 70% delle quote a Helvetic Group AG, con mantenimento del restante 30% alla famiglia fondatrice per 3 anni.
- Ruolo operativo confermato per l’imprenditore storico, che avrebbe guidato la transizione.
- Piano di investimenti di 5 milioni di euro in nuovi macchinari e digitalizzazione.
- Accordi di non concorrenza e retention per i manager chiave.
Il prezzo di vendita, basato su un multiplo dell’EBITDA medio degli ultimi tre esercizi, è stato definito con una parte upfront e una componente earn-out legata ai risultati post-acquisizione.
Questa struttura ha permesso di allineare gli interessi delle parti e di garantire una transizione ordinata, senza strappi.
Il closing: la firma che segna un nuovo inizio
Dopo mesi di lavoro, la firma della SPA è avvenuta in uno studio notarile di Verona, davanti a entrambe le direzioni.
Il closing ha sancito la nascita di MetalForm Helvetic S.r.l., con la nomina di un nuovo Consiglio di Amministrazione e l’inizio del piano di integrazione industriale.
Da quel momento, l’azienda veneta ha potuto accedere:
- a nuovi mercati grazie alla rete commerciale svizzera;
- a capitali e tecnologie per l’automazione e la sostenibilità;
- a processi manageriali più evoluti, mantenendo al contempo la propria identità produttiva locale.
I risultati dopo l’acquisizione
A due anni dal closing, i risultati sono stati tangibili:
- il fatturato è cresciuto del 25%, grazie a nuovi clienti nel Nord Europa;
- è stato introdotto un ERP internazionale che ha migliorato il controllo di gestione;
- il 100% della produzione è rimasto in Veneto, ma con processi più digitali e sostenibili;
- la retention del personale ha superato il 95%, segno di una transizione serena e condivisa.
MetalForm Helvetic è diventata un polo di riferimento per il gruppo, dimostrando che anche una PMI familiare, se ben gestita e valorizzata, può diventare parte di un network industriale globale.
Lezioni apprese da questo caso
Ogni operazione di M&A è unica, ma da questa esperienza emergono alcune lezioni chiave per le aziende del Nord-Est:
- Prepararsi per tempo. Le migliori operazioni si costruiscono negli anni, curando governance, bilanci e trasparenza.
- Scegliere il partner giusto. Non sempre il miglior prezzo è la miglior scelta: la visione industriale conta di più.
- Affidarsi a professionisti. Advisor esperti sanno tradurre il valore intangibile (filiera, reputazione, persone) in numeri e in fiducia.
- Gestire la transizione con equilibrio. Mantenere continuità nel management e chiarezza nei ruoli è essenziale per il successo post-deal.
Esempio pratico: come applicare questo caso a una nuova operazione M&A
Immaginiamo un’altra azienda veneta, TechMec S.p.A., operante nella meccanica di precisione.
TechMec desidera crescere all’estero ma non dispone delle risorse per farlo autonomamente.
Prendendo spunto dal caso di MetalForm, può:
- avviare una mappatura dei propri punti di forza, evidenziando tecnologia e filiera;
- cercare un partner industriale complementare che offra accesso a nuovi mercati;
- strutturare un’operazione che preveda una partecipazione progressiva (ad esempio, 60%-40%), in modo da assicurare transizione e continuità.
L’obiettivo, come nel caso precedente, non è “vendere”, ma integrare e crescere, valorizzando il know-how veneto in una dimensione internazionale.
Conclusione: l’M&A come ponte tra tradizione e futuro
L’acquisizione di MetalForm rappresenta un modello virtuoso di integrazione tra impresa familiare e gruppo globale.
Non una cessione di identità, ma una trasformazione sostenibile, in cui la forza del territorio si combina con la visione internazionale.
Oggi le PMI del Nord-Est hanno davanti una grande opportunità: usare la finanza straordinaria come strumento di sviluppo, non come punto d’arrivo.
Con la giusta preparazione e la guida di advisor esperti, anche un’impresa locale può diventare protagonista di un progetto industriale mondiale.


