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Cosa è Clubhouse e perché sta spopolando sul web

Nelle ultime settimane non si sente parlar altro che di Clubhouse, un’app per iPhone che consente alle persone di ospitare e partecipare a conversazioni audio con altri utenti. Ma cosa ha di così innovativo questa applicazione? Perché tutti ne parlano? E perché tutti ne vogliono far parte assolutamente? Scopriamolo insieme!

Cosa è Clubhouse

Clubhouse è un’app che attualmente è accessibile solo su invito, ma il CEO Paul Davison afferma che, a breve, l’accesso sarà destinato a chiunque voglia farne parte ed utilizzarla.
Nonostante questa sua esclusività, l’app ha già visto la registrazione di milioni di utenti, molti dei quali famosi attori della Silicon Valley e nell’industria dell’intrattenimento.

Fondata nel 2020, Clubhouse si è rapidamente costruita una reputazione di grande prestigio, come il prossimo grande social in cui gli utenti possono incontrarsi, parlare e condividere idee.

Quindi ricapitolando, in breve Clubhouse ti consente di creare e partecipare a “stanze virtuali”, dove puoi chattare con gli altri utenti in una specie di WhatsApp audio pubblico. Non ci sono immagini, video e nemmeno testo, solo audio. Gli utenti possono partecipare e abbandonare la chiamata in qualsiasi momento, trasformando qualsiasi stanza in una sala riunioni pubblica.

Come iscriversi a questa applicazione

Ovviamente adesso ti starai chiedendo come iscriversi a Clubhouse. E sfortunatamente, la risposta a questa domanda è “probabilmente TU ADESSO non puoi farlo“. Perché? Perché a Clubhouse si accede solo su invito, il che significa che chiunque desideri iscriversi deve essere invitato da qualcuno che ha già un account. Puoi comunque scaricare l’app e inserire il tuo nome in una lista d’attesa, ma non è garantito che avrai mai un account in questo modo.

Come funziona Clubhouse

Clubhouse crea un luogo virtuale in cui gli utenti possono incontrarsi per ospitare, ascoltare e, in alcuni casi, partecipare a conversazioni all’interno della community dell’app.

Quando apri l’app, ti verrà presentato un elenco di stanze, oltre ad un elenco che mostra chi è presente in ogni stanza. Puoi entrare nella stanza virtuale, semplicemente cliccandoci all’interno.

Fino ad ora, la maggior parte delle stanze virtuali di Clubhouse hanno un’atmosfera da Talk Show in soliloquio, con un ospite che parla e tutti gli altri che lo stanno ad ascoltare. Altri utenti possono partecipare alla conversazione quando ritenuto opportuno da un moderatore, ma a seconda della chat, questo può essere molto raro.

Ci sono sempre dozzine di conversazioni che avvengono contemporaneamente, consentendo agli utenti di passare da un argomento ad un altro in base al proprio interesse.

La grande reputazione di questa applicazione

Non ti neghiamo che esistono altre app molto molto simili a Clubhouse, utilizzabili da clienti Android, senza alcun invito e totalmente gratuiti, ma questa ha costruito la sua reputazione intorno a conversazioni tenute da grandi nomi come Oprah Winfrey, Mark Zuckerberg ed Elon Musk.

L’app è già considerata un punto fermo tra la Silicon Valley e una moltitudine di grandi personalità dell’intrattenimento. Ha persino guadagnato una valutazione di oltre un miliardo di dollari, nonostante sia stata fondata meno di un anno fa.

Clubhouse, inoltre, ha in programma di espandersi ulteriormente e prendere parte tra i più importanti social media come Facebook o Twitter. Ma per fare ciò, dovrà affrontare alcune delle controversie che circondano la piattaforma, partendo in primis dalla privacy, fino a terminare in alcuni regolamenti non ancora del tutto capiti.

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Influencer per caso: Angela da Mondello il successo su IG

Un tormentone che ci ha accompagnato per tutta l’estate e oltre, Angela da Mondello e il suo “Non ce n’è coviddi!“. Diventata influencer per caso su Instagram con la sua frase d’azione in merito a questa pandemia che non vuole darci tregua, Angela sbarca su IG e fa i numeri, e che numeri! Ma è un’azione mirata di marketing influencing, fortuna o, davvero, questo personaggio promette bene? Analizziamo insieme la situazione.

Chi è Angela da Mondello?

Angela da Mondello (nome vero Angela Chianello) è una casalinga palermitana giunta alla fama per via della sua frase “Non ce n’è Coviddi” pronunciata per la prima volta, la scorsa estate 2020, in una diretta della D’Urso. Un’inviata speciale recatasi sulla spiaggia di Mondello, era intenta a documentare l’organizzazione “estiva” di abitanti e turisti della Sicilia, quando si è imbattuta in Angela che in costume da bagno e senza l’ausilio di una mascherina, era intenta a trascorrere qualche ora sotto il sole siciliano. E da qui, il tormentone: “Buongiorno da Mondello“, “Oggi a mmare” e la famosissima “Non ce ne Coviddi…non ce ne”, aggiungendo che ci avrebbe ripensato a settembre e che avrebbe rispettato tutte le norme di sicurezza, compresa la mascherina, che aveva con sè.

Questa sua intervista ha scatenato l’ilarità e la rabbia del web da parte di tutti quanti; per questo motivo, la signora ha voluto precisare in un’altra sua intervista: “Ho risposto alle domande dei giornalisti su cosa facessi a Mondello e sulle mascherine. Io ho detto che non ce n’è Covid ma non intendevo dire che il virus non esiste. Ho una bambina da tutelare”.

La signora di Mondello, stravolge le regole del web marketing?

E da qui parte la vicenda della signora nel web. Infatti, poco dopo la sua iscrizione a Instagram, Angela, ha letteralmente mandato in tilt il social network, in pochissimo tempo. Infatti, in sole due ore dalla sua iscrizione su IG, la signora di Mondello, ha raggiunto oltre i 100 mila followers. Ad oggi, conta 166 mila seguaci, un pò pochi per raggiungere quota Ferragnez, ma comunque un risultato sorprendentemente shoccante!

Ma come è possibile che Angela, una semplice casalinga intervistata senza mascherina, sia diventata un’icona del web? Come è possibile che una semplice illazione “Non ce ne Coviddi…non ce ne”, abbia fatto impazzire Instagram? Tra un commento cattivo e un commento di incoraggiamento, Angela ha cercato di dare il meglio di sè: una persona genuina che ha voluto semplicemente dire la sua! 

Perché la sua fama?

Forse il modo sgrammaticalmente corretto, i toni tragicomici e la situazione in sè, hanno fatto sì che la signora di Mondello, diventasse un’icona per “sorridere” durante il Covid19. Perché, effettivamente, aver raggiunto quota +100K followers in meno di una settimana, è un case study degno di essere analizzato e che stravolge non poco, le regole del marketing che influenza. 

Se dovessimo analizzare nel dettaglio il profilo di Angela, non troveremmo granché da seguire: foto di casa sua, dolci, piatti di cucina, qualche intervista, foto di sé e aforismi presi dal web. Insomma, nulla di eccezionale! Una persona comunissima come tante altre, che ha sfondato IG.

Per questo non dobbiamo confondere il vero significato del termine “influencer” che, in ambito del web marketing, è riferito ad un individuo in grado di influenzare, almeno, “positivamente” l’opinione pubblica, raggiungendo numeri sempre più alti di followers con le proprie opinioni, consigli, buoni propositi e tematiche attinenti a determinate nicchie. Per cui, in questo caso, la domanda è d’obbligo: Angela è o no, una influencer? A voi, l’ardua risposta!

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Pianificare le campagne Social per il Natale e l’anno Nuovo

Non si può negare che il Natale sia un grande affare praticamente per ogni marchio. Ma con così tante campane che suonano, devi davvero fare di tutto per pianificare le campagne social per il Natale. E no, non è sufficiente solo avere un’ottima idea per la campagna (a corto di idee per i post di Facebook di Natale? Contattaci subito!)

Segui queste linee guida che abbiamo preparato di seguito per far brillare le campagne social per il Natale e l’anno nuovo come una serie di lucine natalizie!

#1 Controlla la concorrenza e personalizza le tue campagne

Per prima cosa, devi capire cosa stanno facendo i tuoi concorrenti. In questo modo, puoi andare in una direzione diversa, ben più coinvolgente. 

Ora, poiché devi pianificare la tua campagna in anticipo, osserva i loro tentativi passati per vedere se si attengono ad uno schema. Questo tipo di ricerca può anche essere utile per capire cosa funziona e cosa no.

Una volta che hai idea di ciò che i tuoi concorrenti potrebbero realizzare, prova a capire come puoi mostrare lo spirito natalizio del tuo marchio in modo diverso – soprattutto, in un modo che non riguarda solo le vendite.

Ad esempio, se i tuoi concorrenti si dedicano allo shopping natalizio, puoi costruire l’argomento dei tuoi post in modo che promuova il coinvolgimento: ad esempio puoi condividere storie di Natale personali, foto, ricette o idee regalo. Questo ti darà un vantaggio e potrebbe anche aiutare ad aumentare l’engagement del tuo marchio.

Dopo aver lanciato la tua campagna, è una buona idea tenere d’occhio cosa stanno facendo marchi simili. Ancora una volta, questo ti mostrerà quali tattiche sono efficaci e possono aiutarti a migliorare il tuo piano.

#2 Festeggia i tuoi social in vacanza e fai qualcosa di non convenzionale

Tutti conoscono le giornate superstar delle festività natalizie: vigilia di Natale, Natale, Cenone e Capodanno. Ora, mentre questi sono senza dubbio importanti, sono gli stessi obiettivi su cui si concentreranno gli altri marchi. Quindi, puoi aspettarti che il tuo pubblico sia realmente un pò stufo della costante attenzione focalizzata su queste date.

Questo ti consente di cambiare e pianificare le campagne Social per il Natale e l’anno Nuovo, in modo totalmente diverso. Secondo il calendario delle giornate mondiali, scoprirai che ci sono numerose piccole celebrazioni che puoi utilizzare per coinvolgere il tuo pubblico. C’è di tutto, dal Cyber ​​Monday al National Ugly ChristmasSweater Day. Quindi, sarai sicuramente in grado di trovare alcune nicchie adatte per il tuo marchio.

Dal momento che adotterai un approccio leggermente diverso al Natale, questa particolare tattica porterà sicuramente più persone verso il tuo obiettivo. Quindi, assicurati di eseguirlo alla perfezione.

#3 Basa le tue pianificazioni sui sentimenti

Come già sai, l’emozione è spesso più potente del gossip sui social media. Questo perché, le persone tendono ad avere una reazione automatica al contenuto che scatena una reazione emotiva. E, se si considera che il Natale è spesso associato a sentimenti positivi già in automatico, l’utilizzo di emozioni positive ed edificanti è la chiave per una campagna di successo sui social media natalizi.

  • storie toccanti di riunioni di famiglia
  • storie riguardanti l’aiuto di qualcuno nel bisogno
  • storie di grandi eventi positivi sorpresi e inaspettati

Naturalmente, ci sono alcune cose da tenere a mente quando si utilizza questa tattica. Innanzitutto, l’autenticità è la chiave. Il tuo pubblico di riferimento prenderà in considerazione l’insincerità, in particolare se si tratta di frottole appositamente studiate per aumentare i tuoi Mi piace e l’interazione dei tuoi social. Quindi, se non stai attento, usare le emozioni, potrebbe ritorcersi contro la tua campagna.

Un ottimo modo per suscitare emozione e sincerità è trovare qualcuno che aiuti, direttamente o tramite un’organizzazione benefica. Selezionane uno che sembra essere in linea con la tua attività: la scelta è veramente vasta. Quindi, utilizzalo come punto focale della tua campagna sui social media di Natale. Poiché il Natale è un momento di donazione, questo è un punto focale che sicuramente colpirà. Inoltre, c’è il vantaggio aggiuntivo del marketing senza promuovere il tuo marchio o i tuoi prodotti.

#4 Incoraggia i contributi personali alla tua campagna sui social media di Natale

In linea con questo sentimento, dovresti anche costruire la tua campagna in modo che le persone possano contribuire con le loro immagini o storie personali. Ancora una volta, questo rientrerà tra gli elementi tipici del Natale. Questa tattica aiuta anche a togliere i riflettori dal marketing del marchio e a posizionarlo sul Natale. Di conseguenza, la tua campagna sembrerà molto più naturale e meno promozionale.

Fare domande e promuovere sondaggi, è un ottimo modo per incoraggiare i contributi personali. Spesso, la maggior parte delle persone è semplicemente alla ricerca di un’opportunità per aggiungere alcuni dei propri contenuti in maniera del tutto speciale. 

#5 Realizza concorsi e promozioni mirate

Concorsi, promozioni e omaggi durante il periodo natalizio sono il fulcro di molte campagne di social media natalizie. Dopotutto, questo è il momento in cui tutti sono alla ricerca di regali. Pertanto, salteranno a bordo per qualsiasi opportunità di riduzione tempi e costi per i propri acquisti natalizi.

Prima di realizzare un concorso, tuttavia, è importante pensare a quello che vorresti fosse il risultato finale. Per il cliente, ciò significherebbe vincere un regalo. Tuttavia, queste competizioni hanno un fascino completamente diverso per il tuo marchio. Con la giusta tattica, puoi aumentare il numero di followers, migliorare il coinvolgimento o persino aumentare la tua lista di email.

Naturalmente, questo sarà possibile solo se si utilizza la giusta strategia. Ad esempio, vuoi aumentare la tua mailing list? Chiedi al pubblico di iscriversi per partecipare al concorso. Vuoi più followers? Bene, organizza un concorso in modo che i tuoi attuali followers debbano taggare qualcun altro per partecipare. E così via…

Tuttavia, assicurati che sia facile per le persone partecipare alla promozione. Se creerai troppi passaggi, le persone potrebbero non interessarsi, soprattutto se il premio non è grandioso. Quindi, mantenere i termini e le condizioni semplici ove possibile, è importante.

Esistono molti modi per far risaltare e pianificare le campagne social per il Natale e l’anno Nuovo. Seguendo i suggerimenti menzionati qui, non dovresti avere problemi a mantenere il tuo marchio separato dalla massa. Inoltre, sarai in grado di garantire alla tua campagna sui social media natalizi un discreto successo.

Detto ciò, Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

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Diventare Influencer: ora arriva la laurea

Diventare un influencer significa che puoi costruire il tuo pubblico, composto dai tuoi followers, semplicemente facendo ciò che sai fare meglio. Il distintivo di un influencer è la propria attitudine, ovvero, l’essere esperto nella nicchia prescelta.

Nell’era digitale moderna, sembra che ci siano molte persone che affermano di essere “influencer online” sia come strateghi dei social media, SEO guru o content master. È molto facile affermare di esserlo, ma dimostrarlo richiede sforzo e determinazione.

Uno dei principali vantaggi di diventare un influencer online è ottenere un pubblico sempre più ampio. Un pubblico più ampio significa avere sempre più seguaci e migliori possibilità per un tuo futuro marchio. Inoltre, ci sono grandi aziende che offrono sponsorizzazioni o articoli gratuiti agli influencer in cambio solo di un post nella bacheca di Instagram o di una storia. È come essere una celebrità del mondo digitale.

Ma cosa serve per diventare un influencer? Se desideri davvero diventare un influencer online, ecco alcune dritte per poterlo diventare.

Comprendi il tuo pubblico

Definisci il tuo mercato di riferimento. Devi investire molto tempo nel trovare chi sarà il tuo pubblico. Se riesci a capirlo, saprai su quale tipo di contenuto dovresti concentrarti e creare.

Crea il tuo personaggio. Questo ti aiuterà a conoscere a fondo le loro esigenze dei tuoi lettori. Puoi guardare gli insights sul tuo blog o sui tuoi profili dei social media. Questi sistemi sono in grado di fornirti dati che puoi analizzare per aiutarti a capire meglio il tuo pubblico. Quindi, personalizza ogni gruppo in cui ti imbatti.

Ad esempio, dai ad ogni persona un nome, una carriera, dati demografici e Mi piace. Quindi, se hai creato abbastanza persone, cerca di assicurarti che i tuoi contenuti futuri siano orientati a quelle persone.

Crea contenuti di valore

Dopo aver capito qual è il tuo pubblico, dovrai creare il tipo di contenuto perfetto. Se vuoi stabilire una certa autorità in campo, dovrai concentrarti sulla costruzione di contenuti meritevoli di condivisione, che non siano solo rilevanti per il tuo pubblico, ma anche estremamente preziosi per chiunque.

Prova sociale

La prova sociale è un fattore determinante nel modo in cui i lettori definiranno chi sei. Sei l’ennesimo blogger che è saltato fuori dal nulla o hai seguaci che realmente possano garantire per te?

Apparentemente, c’è di più nell’essere un influencer sui social media che fare foto, pubblicarle su Instagram e ricevere like. Infatti, molto di recente, un’università italiana ha creato un corso di 3 anni, che garantisce questo titolo, ovvero quello di diventare influencer a tutto tondo.

eCampus , un’università online da 13 anni con 30.000 studenti e uffici principali a Como, questo mese ha lanciato un nuovo programma di laurea per insegnare agli studenti le competenze che ritiene necessarie per colmare il divario tra marketing tradizionale e digitale, poiché le aziende fanno sempre più affidamento a celebrità e cosiddetti “influencer” con fedeli seguaci per promuovere i propri marchi e prodotti.

Come diventare influencer

La figura dell’influencer, nonostante non sia riconosciuta ufficialmente come una professione, è sempre più richiesta da aziende, marchi commerciali e agenzie pubblicitarie, poiché ciò comporta l’invio di messaggi promozionali ai propri followers che riconoscono l’influencer come “opinion leader credibile e affidabile”, come si legge da una descrizione della laurea sul sito web dell’università. 

In effetti, i consumatori vogliono sempre più conoscere le “persone reali” con le quali dovranno identificarsi.

Gli influencer sono molto, molto più potenti – sei volte più potenti delle celebrità“, ha recentemente dichiarato a CBSN Richard Edelman, presidente e CEO della società di pubbliche relazioni. La gente pensa: “Voglio ascoltare un’opinione da qualcuno con cui mi identifico, non da qualcuno che è semplicemente famoso.”

La laurea italiana in Influencer

Molti giovani italiani non hanno competenze tecniche necessarie per diventare influencer e richiedono una formazione accademica per commercializzarsi efficacemente come opinion leader, sostiene l’università. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è tra i più alti in Europa con quasi il 30%

Il programma triennale prevede numerosi corsi e un prezzo abbastanza elevato: le tasse scolastiche costano 3.900 euro all’anno, ma il corso promette di fornire ai laureati che “non provengono dal nulla”, gli strumenti per diventare “influenzatori” o imparare a lavorare per le aziende che li coinvolgono nei loro sforzi di marketing. 

Ma si diventa davvero influencer con una laurea?

Sfortunatamente in Italia ci sono molte persone che si definiscono influencer, ma tanti di questi ancora non capiscono come funziona il marketing digitale“, ha dichiarato il portavoce di eCampus Maurizio Pasquetti. “Ci sono molte notizie false e ci sono molti influencer che pensano di esserlo ma non lo sono“, ha affermato. 

Gli studenti del primo anno seguono corsi di semiotica e filosofia del linguaggio, comunicazione interculturale e psicologia del lavoro. Nel secondo anno, studiano spagnolo e social media marketing, tra gli altri argomenti, prima di passare alla creazione del proprio contenuto.

Ovviamente, insegniamo loro le abilità tecniche, ma non insegniamo loro solo a fare selfie“, ha detto Pasquetti. “Insegniamo loro anche come comprendere le metriche su Facebook e altre piattaforme di social media in modo che comprendano i loro risultati e cosa funziona e cosa no“.

Il programma da Influencer

Il programma è adatto anche per coloro che hanno una tendenza più aziendale, che vogliono progettare e attuare le strategie di marketing delle aziende. “Imparano a capire se c’è una necessità di ricercare influencer o se potrebbe non avere senso lavorarci“, ha continuato Pasquetti. 

Alcune decine di studenti si sono già iscritti, giorni dopo l’annuncio del programma e la scuola mira ad arruolare almeno 500 studenti nel nuovo programma. 

La validità di una laurea in Influencer

Per quanto il corso in Influencer Marketing possa offrire nuove opportunità di lavoro a studenti desiderosi di lavorare in questo campo così ambito, per tanti divenire un influencer ( a nostro modesto parere!) non è una lezione da banchi di scuola. Questo perché diventare un cosiddetto “influenzatore” nel campo del marketing digitale,  non comporta solo ed esclusivamente la conoscenza di determinate tecniche da social e blogging, bensì insegna a relazionarsi con pubblici vasti, che nemmeno, la sociologia o la psichiatria più avanzata potrebbe insegnare!

Per cui, ben venga la laurea in Influencer, ma che rimanga un puro sfogo digitale sbocco di una comunicazione interculturale o avanzamento di una laurea in “stili di vita, psicologia e comunicazione”.

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Selfie mortali: autolesionismo o fotografia?

Selfie Mortali in espansione, foto da paura belle ma pericolose, followers che aumentano a vista d’occhio per uno scatto proibito, campagne senza timori. Rischiare la propria vita per avere dei like. Su un tetto, sui binari del treno, alla guida: rischiare la vita per un semplice autoscatto col cellulare, per immortalare in un fermo immagine quel momento di pura adrenalina. Si chiama Daredevil Selfie la pericolosa moda dei selfie estremi, che sta contagiando sempre più giovani.

Selfie Mortali: i casi

E poi ci sono centinaia di altri casi di cui probabilmente non hai mai sentito parlare, sempre con lo stesso obiettivo “sfidare la morte” nel tentativo di ottenere la foto perfetta. Alcuni casi estremi? La morte del 15enne caduto dal tetto di un centro commerciale a Sesto San Giovanni. Lo studente che è caduto da 213 metri sulle iconiche Cliffs of Moher in Irlanda a gennaio. La donna di 68 anni che è stata fatalmente ustionata in un geyser cileno. L’uomo sulla cinquantina che è stato colpito da un fulmine durante un’escursione con una mazza per selfie nelle montagne gallesi. L’adolescente spazzata via da un’onda inaspettata su una spiaggia nelle Filippine. E così via…

Per ognuna di queste morti registrate, ci sono anche migliaia di mancati incidenti. Questi includono incidenti di alto profilo come la donna che, nel marzo di quest’anno, presumibilmente ha scavalcato la barriera in uno zoo dell’Arizona per fare un selfie con un giaguaro ed è stata sbranata dall’animale; i famigerati selfie dell’orso 2014 scattati dai visitatori al Taylor Creek Visitor Center del Lake Tahoe durante l’annuale corsa al salmone del torrente e diversi rapporti negli ultimi anni di individui che sono stati incantati dai bisonti a Yellowstone. Nessuno è morto in quegli incidenti, ma le autorità li hanno reputati miracolati

È facile cancellare queste tragedie come un giudizio catastroficamente negativo. I commentatori della poltrona su Internet hanno avuto una giornata campale con ogni morte segnalata. Per ogni lamento delle giovani vite perse a seguito di un selfie mortale, troverai un numero uguale di commenti su come la vittima sia “sorprendentemente stupida”, “viziata”, “disattenta” o “ossessionata da se stessa”. 

Può sembrare in qualche modo rassicurante condannare morti come queste come sciocche o autolesionanti, ma ciò non sembra del tutto giusto. E, francamente, la ricerca emergente non supporta questa posizione.

Uno studio del 2018 pubblicato sul  Journal of Family Medicine and Primary Care ha rilevato che dei 259 decessi verificabili correlati ai selfie mortali registrati dal 2011 al 2017, più di un quarto di questi è assimilabile ad un comportamento non rischioso. ”Per decomprimerlo ulteriormente, gli autori hanno scoperto che la maggior parte delle morti che coinvolgono i giovani sembrano essere state causate da comportamenti rischiosi, mentre le azioni di oltre la metà delle donne che sono morte facendosi un selfie, sono state considerate “non rischiose”.

Quindi, cosa sta succedendo davvero?

Io che mi occupo di social media e neuroscienze del marketing, cercherò di valutare questioni come queste. E quello che ne emergerà, potrebbe sorprenderti.

Estremismo o meno, i selfie vengono scattati per una varietà di motivi: per comunicare con le persone che amiamo, per costruire la nostra autostima, per curare la nostra immagine, per creare la cronaca delle nostre storie personali e, sempre più spesso, per costruire il nostro personal Brand.

La cura del nostro personal Brand potrebbe essere una nuova era del selfie, ma il desiderio di controllare le nostre immagini e comunicare con la nostra comunità non lo è. In realtà, questo tipo di comportamento fa parte del nostro stesso DNA.

La nostra specie si è evoluta da creature ipersociali preoccupate unicamente della percezione degli altri di sè stessi. Abbiamo un’infanzia molto più lunga della maggior parte degli altri mammiferi, e abbiamo bisogno di quel tempo per capire come integrarci nella nostra cultura e affermare una nostra identità. “Abbiamo sempre avuto un bisogno fondamentale di auto-presentazione”.

Da che storia e storia, abbiamo sempre voluto documentare le nostre imprese a colori vivaci: dovevamo solo aspettare che la tecnologia si mettesse al passo prima di poterlo fare in modo efficiente.

Prima delle fotocamere frontali, abbiamo trovato altri modi per attirare l’attenzione con un selfie. Gli aristocratici commissionavano i loro ritratti. Gli esploratori portavano cammei e ciondoli con foto di persone care. I pionieri appendevano schizzi e sagome di se stessi sulle pareti delle cabine. A partire dal 1925, la gente iniziò a fare la fila per prendere la prima macchina fotografica. Due decenni dopo, Edwin Land realizzò la fotocamera Polaroid, rendendo la nostra gratificazione istantanea dell’immagine molto più semplice. Negli anni ’50, l’avvento del proiettore per diapositive in casa, significò che un’intera generazione poteva tenere in ostaggio amici, vicini e famiglie mentre tra un’immagine e un’altra, scorrevano vacanze e lauree.

I selfie mortali nell’era digitale

L’impulso di modellare pubblicamente la nostra immagine è aumentato solo nell’era digitale, il che significa che è molto più difficile farsi notare.

Il problema sta proprio in ciò che accade nel nostro cervello mentre scattiamo le foto. La psicologia definisce questo caso, attenzione selettiva o cecità disattenta. Il concetto di base è questo: il nostro cervello non può assolutamente elaborare tutti gli stimoli che riceve in una sola volta, quindi fa delle scelte su cosa privilegiare e cosa ignorare. Avrai sentito parlare del video spesso usato per illustrare questo concetto: agli spettatori viene chiesto di contare il numero di volte di un piccolo gruppo di persone che passa avanti e indietro su un pallone da basket. Alla fine del video, il narratore chiede agli spettatori se questi hanno notato, anche, il ragazzo travestito da gorilla che si muoveva attraverso i fotogrammi. Molte persone dicono di non averlo visto. Perché? Perché erano concentrate su altro, in questo caso, sulla conta dei passaggi.

Questo è esattamente ciò che accade quando facciamo un selfie: la nostra attenzione è focalizzata sulla fotocamera e sullo scatto, non su dove stiamo posizionando i nostri piedi o su ciò che ci circonda. Non abbiamo letteralmente idea che stiamo per cadere da una scogliera o scivolare in una cascata. In altre parole, non intendiamo impegnarci in comportamenti rischiosi; semplicemente non ci rendiamo conto di aver vagato in una tragedia, fino a quando non è troppo tardi.

Ma che dire di quelle persone che fanno selfie cercando deliberatamente dei rischi?

Purtroppo, questi casi non sono giustificabili e un modo abbastanza semplice per dare un senso a questi selfie mortali, è quello legato alla nostra cultura contemporanea.

Continuiamo il nostro percorso storico negli anni ’80, l’era del comportamento spietato di Wall Street e l’ascesa degli atleti e delle celebrità. Fu allora, che il nostro accresciuto bisogno di autoindividuazione prese davvero piede. Sport come lo sci alpino e la mountain bike hanno iniziato a soppiantare gli sport di squadra. Anche gli sport estremi. Alla fine degli anni ’70, meno di 80 persone all’anno tentarono di scalare l’Everest. Nel 1990, quel numero si è triplicato. L’anno scorso, centinaia di persone hanno raggiunto il vertice.

Perché questo enorme afflusso? Perché, ci sono meno modi più dimostrativi per affermare il proprio status nella nostra cultura che conquistare una montagna, indossare una divisa da basket o surfare su una grande onda. Oggi, nessuna delle precedenti sarebbe conosciuta, se non avessimo scattato delle foto.

Resta il fatto che la nostra cultura, giusta o sbagliata, incoraggia selfie mortali. L’acquisizione di un grande numero di followers sui social media può essere decisamente redditizia. Nel frattempo, aziende sportive molto famose sembrano promuovere selfie e video rischiosi, rendendoli molto più attraenti per le persone in cerca di gloria o followers.

La soluzione esiste?

L’unico modo per bloccare questo tipo di foto è di privarle della loro popolarità. Realisticamente, ciò richiederebbe il coinvolgimento delle piattaforme multimediali che ospitano le immagini.

Facebook, che ha acquistato Instagram nel 2012, si basa fortemente sugli standard della propria comunità per il controllo dei contenuti discutibili. Tali standard affermano che le immagini che glorificano la violenza o l’autolesionismo devono essere obbligatoriamente rimosse. Nel frattempo vengono aggiunte etichette di avvertimento a qualsiasi contenuto grafico, comprese le rappresentazioni artistiche del corpo umano. L’azienda utilizza una sofisticata combinazione di intelligenza artificiale e analisi antropologiche per individuare post problematici, tra cui pericolose sfide virali, come la “Kiki Challenge”, che vedeva correre bambini davanti a macchine in movimento mentre danzavano.

Quando si tratta di sicurezza e popolarità, Facebook e Instagram adottano politiche che vietano contenuti che potrebbero danneggiare il mondo reale e mirano ad educare al meglio gli utenti sulla creazione di contenuti che sfruttano la bontà e la genuinità degli stessi.

Twitter sospende gli account di chiunque pubblichi immagini di autolesionismo. YouTube afferma che proibisce “contenuti violenti o cruenti destinati a scioccare o disgustare gli spettatori”. 

Costantemente vengono perfezionate le linee guida e i mezzi per rilevare immagini problematiche, ma non si possiede alcun piano concreto per iniziare a sorvegliare i selfie mortali in modo più efficace. Fondamentalmente, è complicato riuscire a smorzare un tentativo fotografico pericoloso, prima che questo venga portato a termine.

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E se domani i Social chiudessero? Che ne sarebbe del tuo Business?

Dopo la questione “semi” gravosa accaduta il 3 luglio, dove tutti i social appartenenti a Mr. Mark Zuckerberg (amministratore delegato di Facebook Inc.), ovvero, Facebook, Instagram e Whatsapp sono andati in down, chi in un senso chi nell’altro, ci siamo chiesti con vero timore: “E se domani i Social chiudessero?”…

E se domani i Social chiudessero?

È difficile ricordare un momento prima che la vita riguardasse i mi piace, le condivisioni, i doppi click per mettere un mi piace e i messaggi vocali. I social media sono diventati una parte così importante della nostra vita che, effettivamente, non si riesce a pensare ad una singola azienda di Business che non si basi su di loro per espletare il proprio marketing. Questo avviene, soprattutto, perché sono gratuiti e quindi chiunque s’imbatte almeno una volta nella propria esistenza sul dubbio: Essere o non essere sui Social?.

Personalmente, mi sono imbattuta in (più volte di quanto possa contare) fotografi, negozianti e altri creativi che si affidano esclusivamente alla loro pagina aziendale su Facebook e non hanno un vero sito Web o qualsiasi altra forma di presenza non social media. A quelle persone, faccio sempre una domanda:

Se Facebook decidesse di chiudere domani e improvvisamente cessasse di esistere, come potrebbero le persone trovare la tua attività?

Ah si, bella domanda davvero! Voglio dire, davvero. Pensaci. Cosa faresti senza Instagram, Facebook, Twitter o Whatsapp? Senza emoji, videochat, messaggi vocali, sponsorizzate, post e quant’altro? Tutte queste piattaforme sono così utili e allo stesso tempo anche futili. Le tendenze vanno e vengono e non si sa se o quando arriverà il momento in cui i giganti dei social media cadranno. Potresti sopravvivere senza essere presente sui social media e che ne sarebbe del tuo Business? Dove altro la gente sarà in grado di trovarti?

La nascita dei Social

Ho iniziato “ufficialmente” la mia prima attività nel 2009, proprio mentre i forum all’interno dei siti web stavano iniziando a svanire e Facebook stava per diventare una potenza. Aprì il mio profilo privato e raccontavo di me alla gente, andavo in cerca dei primi conoscenti virtuali e postavo raramente foto (non era ancora nata la moda del selfie!).  Ma per potenziare la lead aziendale, mi affidavo principalmente al mio sito e al passaparola tra esseri umani. Tutti i più famosi brand dell’epoca mi attraevano nel loro lavoro, non con i post di Facebook, ma con i post dei propri blog. È incredibile pensare a quanto sia cambiato in modo drastico il gioco del marketing in meno di un decennio. Se ti affidi esclusivamente ai social media per le nuove attività, perdi molte opportunità di marketing.

Mettiamo che il prossimo mese, i Social chiudano!

Vi autorizzo a farci le corna, se siete social media manager come me, ma nel contempo vi invito a pensarci seriamente. Avete bisogno di un piccolo aiuto per scappare dalla tana del Bianconiglio dei social media? Ecco 5 idee per aiutare il vostro Business a continuare a sopravvivere nella vita reale.

1. Rete sociale e passaparola!

Se siete dei social dipendenti, sarà abbastanza complicato riuscire ad uscirne. Ma è così importante! Facciamo un esempio, se sei un fotografo di matrimoni, sai che stringere legami con gli invitati, il giorno delle nozze, ti potrebbe portare altro lavoro. Partecipa a conferenze e convegni nel tuo campo, organizza uno stand per uno spettacolo nuziale o una fiera locale, socializza con altri venditori. Invita il tuo fiorista preferito per un caffè e parla di come puoi contribuire a promuovere un evento. Riunisci un gruppo di fotografi per un aperitivo, questo è un modo meraviglioso per guadagnare fiducia e iniziare a condividere i referral l’uno con l’altro. Se la tua attività commerciale è principalmente online e non lavori direttamente in local, prova a sviluppare un evento in cartaceo, in radio o altri mezzi di comunicazione, che ancora tutt’ora esistono e funzionano!

2. Affilia i tuoi clienti

Ragazzi, questo è un consiglio molto importante. Il passaparola è una cosa incredibilmente potente (nel bene o nel male) e usare un’affiliazione può divenire un miniera d’oro, se giochi bene le tue carte. Per chi di voi non ha familiarità con le affiliazioni umane, è fondamentalmente capire che tutto si basa su un sistema di ricompense per i vostri migliori clienti, che possono inviarvi nuove prenotazioni o nuovi clienti. Offrire ad una mamma una stampa 8×10 gratuita per ogni sessione fotografica che ti richiede. Regala alla tua sposa una scatola di cioccolatini e un credito di stampa per ogni matrimonio che ti propone o offri ai tuoi clienti una carta regalo Amazon per ogni nuovo cliente che ti girano. Un modo come un altro per… continuare a far vivere il tuo Business!

3. Porta con te sempre i biglietti da visita

(Sì, i biglietti da visita sono ancora molto molto importanti!). Distribuiscili sempre e ovunque! Al negozio di alimentari, dall’estetista, alle lezioni in palestra. Lasciane alcuni all’asilo di tuo figlio. Ricorda sempre, di lasciarne una manciata nel tuo portafoglio per quelle volte casuali in cui potresti incontrare un probabile cliente con cui ti piacerebbe collaborare. Lasciane uno con il conto e la mancia, prima di lasciare il ristorante.

Ricorda che i biglietti da visita, sono il tuo passepartout per continuare a dare vita al tuo Business, se domani i Social chiudessero!

4. Elenchi di e-mail

Le mailing list hanno avuto un successone negli ultimi anni. Uno dei maggiori motivi è stato proprio il limite di Facebook dei tag nei post aziendali. Il consiglio è quello di avere una lista di persone sempre a portata di mail a cui puoi inviare loro aggiornamenti, pubblicità, offerte e così via. Direttamente nella loro casella di posta. Forse vuoi vendere un corso, o condividere un nuovo fantastico post che hai appena scritto sul tuo blog o dare un accesso esclusivo alla tua prossima serie di mini sessioni. Una mailing list è un ottimo modo per farlo!

Ricorda, però, che non puoi aggiungere chiunque alla tua mailing list. Gli abbonati devono accettare di ricevere e-mail da te. E secondo, la nuova normativa GDPR deve anche esserci un modo chiaro per loro di annullare l’iscrizione. Offrire una piccola guida con dei suggerimenti utili o offrire un foglio di calcolo gratuito per aiutare i creativi a definire i loro obiettivi finanziari. Le possibilità sono infinite, per avere più iscritti possibili!

E ultimo, ma certamente non meno importante …

5. Carta stampata, radio e televisione

Chi l’ha detto che ormai sono solo i social ad avere successo? La tua comunicazione deve sempre essere a 360°. La carta stampata, i giornali, un programma radio, un breve spot pubblicitario sulla rete locale: sono mezzi di diffusione e comunicazione ancora molto molto importanti. Per cui, ricorda, che se domani i Social chiudessero, il tuo Business deve essere completo e pronto ad avere sempre un asso nella manica con la comunicazione di ogni genere.

In questi giorni i social media possono essere la tua voce online, ma la comunicazione a 360° è la tua casa . Se domani i Social chiudessero, avresti comunque la tua casa. Il tuo piccolo pezzo di proprietà immobiliare nella vastità del Web.

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Come sopravvivere all’estate Social: programmazione dei post

La programmazione dei post estiva ti sembra un problema? Niente panico! L’estate è arrivata, e ci sono buone probabilità che tu abbia notato un netto aumento del numero di foto con spiagge, mare, unicorni gonfiabili, tramonti e cocktail che appaiono nei tuoi feed sui social. Ebbene, è arrivata l’estate anche sui social!

I social media e le vacanze vanno di pari passo. Non solo i viaggiatori utilizzano i canali social per pubblicare i loro scatti perfetti delle proprie vacanze, ma conducono anche ricerche pre-vacanza e recensioni post-vacanza attraverso i loro social network preferiti.

Cosa significa questo? Che i social non vanno mai in vacanza e, di conseguenza, nemmeno i social media manager e chi ci sta dietro. La programmazione dei post, dovrebbe essere il tuo punto fermo!

Come pianificare i post per l’estate

Quando la gente è in vacanza, ha bisogno di contenuti freschi, easy, simpatici; un pò come si faceva una volta: mi porto in spiaggia un buon libro o un cruciverba e sono in totale relax! Oggi, però, la maggior parte della gente che è in ferie, opta per il digital: un bagno a mare e un post su Facebook, un quarto d’ora di sole e un Boomerang su Instagram, un gelato e una carrellata di feed social, un cocktail in compagnia di un video su Youtube, insomma, le tue vacanze girano sui social e tu giri sui social! La programmazione dei post potrebbe essere essenziale per non cadere nella tentazione del “Dopo lo faccio…!”.

Come sopravvivere all’estate Social: programmazione dei post

Ma adesso, partiamo dal presupposto che senza un social media manager che gestisca le tue pagine, mentre tu sei sotto il tuo ombrellone, non vedresti feed d’impatto nei tuoi momenti di relax o di ricerca estiva. Per cui, se hai un’azienda o semplicemente sei un social media, come riuscirai a sopravvivere all’estate social? Ma, con la programmazione dei post!

Vediamo insieme come!

Ospita una campagna a tema estivo: contenuti freschi, easy e simpatici

Per molti tipi di aziende, l’estate offre l’opportunità di trovare modi divertenti per connettersi con i clienti. I bambini non vanno a scuola e i genitori sono alla ricerca di qualcosa di divertente da fare. Alcune aziende possono capitalizzare su questo realizzando eventi speciali per attirare le famiglie, ma anche le organizzazioni orientate agli adulti possono lanciare speciali sconti estivi. Se la tua azienda vende climatizzatori, puoi invitare i clienti a “battere il caldo con queste fantastiche offerte”. Un’attività orientata al servizio può ricordare ai clienti che l’estate è un ottimo periodo dell’anno per prendersi cura della propria abbronzatura, dell’alimentazione, della moda… Pensa visivo e avrai la formula vincente!

Con così tanto materiale sui newsfeed delle persone, una foto o un video risalta. Invece di postare del testo ai tuoi follower, su un nuovo grande prodotto o servizio, mostralo caricando una foto di alta qualità. Assicurati che il contenuto visivo corrisponda al tema dell’estate, utilizzando colori brillanti e vivaci e immagina che siano sinonimi di “estate” nella mente di molti consumatori.

Questi post potrebbero rappresentare qualsiasi cosa, dal tuo staff in camicia hawaiana e occhiali da sole, alla foto di una grande e rinfrescante bevanda venduta in una delle tue sedi. Il video è un altro modo per entrare in contatto con il tuo pubblico, soprattutto ora che Social Media come Instagram hanno reso facile caricare e pubblicare brevi frammenti di video. Usa un video per sfoggiare nuovi prodotti o presentare ai clienti il ​​tuo staff in ufficio durante l’estate, per farli sentire come se potessero avere una visione dietro le quinte delle operazioni.

Conduci dei sondaggi: contenuti più divulgativi, meno autopromozionali

Prima o dopo aver lanciato un nuovo articolo, pubblica un sondaggio per chiedere cosa ne pensano i tuoi clienti. Puoi anche distribuire un sondaggio sugli articoli esistenti. Sebbene i tuoi clienti possano ritenere che il tuo concorso sia solo uno sforzo per ottenere feedback, il tuo scopo principale dovrebbe essere l’impegno da parte di un potenziale cliente.

Un sondaggio fa sentire i consumatori importanti e le loro opinioni sono necessarie, aumentando la lealtà e dando loro un interesse nel successo. Una volta completato il sondaggio, pubblica i risultati e annuncia le modifiche che farai in seguito ai voti dei clienti. Se hai chiesto un nuovo piatto preferito da aggiungere al menu, ad esempio, offri un coupon ai tuoi utenti online per entrare e provarlo durante il primo mese o due dopo il suo debutto.

Ammettilo: quando il sole splende e il clima è rovente, l’ultima cosa a cui vuoi pensare è la gestione dei post sui social media o al marketing in generale. Questo potrebbe essere così, anche, per i tuoi clienti. L’arrivo dei mesi estivi, di solito, inaugura un rallentamento del traffico e l’impegno sui principali canali social mentre le persone vanno in vacanza. Questo è particolarmente reale in Europa, dove le vacanze sono più lunghe e molte aziende chiudono le loro porte nelle settimane centrali della metà dell’estate. Durante questo periodo, ci sono diverse strategie che il tuo marchio può adottare per trasformare il rallentamento estivo dei social media in una vittoria di un clima caldo.

Posta contenuti riutilizzabili e bevi un drink sulla spiaggia

Postare il meglio per ultimo è un motto appropriato per un menu, vedi il dessert. Quando si tratta di contenuti, invece, si dovrebbe analizzare ciò che ha funzionato meglio durante le parti più movimentate dell’anno e riutilizzare questi post per i mesi estivi più lenti. Ci sono pochi rischi quando crei un altro asset ispirato ad un contenuto già popolare.

Creare la maggior parte dei contenuti è spesso un grosso lavoro per un social media manager. Potresti non avere la manodopera necessaria per creare immagini, ricerche SEO o editing di copie durante i mesi estivi, quando più persone sono sotto l’ombrellone.

Dovresti anche considerare di riproporre un pezzo di contenuto che non ha funzionato bene con alcune modifiche basate su cose che hai imparato da quando è stato pubblicato inizialmente. Ad esempio, un post sul blog di lunga durata a basso rendimento potrebbe essere meglio rivalutato sotto forma di infografica vivace.

In alternativa, considera l’aggiunta di una svolta estiva al contenuto. Sei un social media manager che lavora al mare? Un imprenditore che mentre prende il sole, tiene ai suoi clienti? Pubblica un contenuto che veda la tua azienda intenta a bere un drink mentre lavora: unisci l’utile al dilettevole!

Inizia a utilizzare uno strumento di gestione dei social media

Quando sei impegnato, è facile cadere nella tentazione dell’ozio abbastanza a lungo da mantenere uno status passivo sui tuoi social media. Può anche essere scoraggiante considerare l’implementazione di un nuovo strumento, la curva di apprendimento, il processo di adozione e non avere il tempo per farlo.

Tuttavia, i vantaggi dell’utilizzo di uno strumento di gestione dei social media e della programmazione dei post superano di gran lunga lo sforzo relativamente ridotto necessario per l’adozione.

Esegui un controllo sui social media

Un controllo sui social media ti consente di fare il punto sul rendimento sociale della tua organizzazione e ti aiuta a pianificare come svilupparlo e migliorarlo per il futuro. Non c’è momento migliore per dedicarsi alla revisione delle proprie prestazioni che sotto l’ombrellone.

Lo studio degli insights offre un’opportunità unica per valutare e migliorare la strategia sociale, quando torni dalle vacanze. Entrambe in termini di collegamento con i tuoi obiettivi aziendali più ampi e la garanzia che rafforzi un marchio positivo e un’esperienza cliente.

Qualsiasi audit verrà rilevato su una serie di piccoli problemi che possono essere rapidamente risolti. Ad esempio, stai usando gli hashtag corretti? Stai programmando i post nel momento migliore? Stai usando i link come meglio potresti? A volte le piccole modifiche possono creare benefici immediati. Identificare i tuoi post migliori è un primo passo fondamentale nella creazione di miglioramenti.

No a contenuti autopromozionali, anche l’azienda va in vacanza

Instagram è una grande piattaforma per mostrare la cultura aziendale e offrire un divertente retroscena della vita d’ufficio; questo incoraggerà i dipendenti a pubblicare foto divertenti direttamente dall’ufficio e i clienti a creare un rapporto di fiducia con l’azienda.

Costruisci il tuo calendario social quando sei impegnato

Mentre può essere allettante rilassarsi quando tutti sono in vacanza, questo è il momento buono per pianificare nuove strategie. Dedica del tempo a costruire il tuo calendario di contenuti sociali. Disegna i contenuti per gli eventi futuri, anche se non conosci tutti i dettagli, inventa, crea, sbizzarrisci la tua fantasia estiva.

Se hai bisogno di ispirazione, guarda alle attuali tendenze dei social media. Ad esempio, forse non hai avuto il tempo di provare Instagram Stories. Sfrutta e sperimenta le storie per aggiungere un nuovo livello di giocosità e narrazione visiva.

Eventi per i tuoi clienti

Dove sarebbe la tua azienda senza i tuoi clienti? Oltre a contribuire a mantenere l’interazione di una pagina social, i clienti possono fornire una vasta gamma di approfondimenti. Prendi in considerazione l’idea di ospitare un evento per i tuoi clienti in cui esprimere il proprio apprezzamento e avere l’opportunità di interagirci faccia a faccia.

Non devi spendere obbligatoriamente una super cifra, per realizzare un buon evento. Potresti chiedere a qualcuno della tua azienda di fare una presentazione sui tuoi prossimi prodotti con un ricevimento informale a tema estivo.

Non svogliarti sotto l’afa

Quando il sole è caldo e il traffico sociale non lo è, approfittane per migliorare le tue campagne e pianificare il futuro quando non avrai un momento da perdere. Solo perché stai lavorando, non significa che non puoi goderti il ​​sole. Ricarica il tuo laptop e immergiti nell’estate per ottenere il massimo dal rallentamento estivo.

Se anche tu vuoi pianificare le tue campagne social quando sei in vacanza, Inveneta è qui a disposizione!

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Inps e Social Media: una questione rognosa

Inps e Social Media
Inps e Social Media

Inps e Social Media: dopo il clamore dovuto al vero e proprio sbrocco di un social media dell’INPS nei confronti di migliaia di utenti, lo stesso finisce in ospedale per un qualsivoglia esaurimento. Ma entriamo nel merito della questione che a nostro parere non è poi così carina, ma quasi tragicomica, vista la situazione assurda creatasi intorno all’accaduto.

In principio fu…

Partiamo da principio, il lavoro (molto spesso sottovalutato) del social media manager è un lavoro che comporta la spendita di tempo e di socialità virtuale, spesso, anche di intere giornate, per poter star dietro alla gestione di una sola pagina Facebook, in particolar modo, di quella di un’istituzione pubblica come l’INPS.

Una social media che non ha retto alla pressione

“Una funzionaria che non ha retto alla pressione“. Questa la giustificazione del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che ha voluto dire la sua in merito ai commenti di poco gusto, scritti dalla social media manager della pagina Facebook Inps per la famiglia, in risposta ad alcuni utenti. Risposte e commenti che hanno dato ad un putiferio di polemiche, mitomani e gente fiera dell’operato della funzionaria. “Non è una stagista malpagata, come scrive un quotidiano – ha aggiunto Tridico – ho chiamato la nostra dipendente, che ha passato la giornata in ospedale per lo stress che ha subito dalla vicenda. Ha avuto tutta la mia comprensione e solidarietà”.

Le scuse da parte dell’Inps

E poco prima erano anche arrivate le scuse da parte dell’Inps proprio per i toni spropositati usati su Facebook: “Inps si scusa per alcuni toni utilizzati per la gestione della pagina Facebook ‘Inps per la Famiglia’, che non rispecchiano i valori e la missione dell’Istituto – si legge in una nota di Tridico con cui ha precisato i dati sul reddito di cittadinanza – Obiettivo di Inps, e della Pubblica Amministrazione in generale, deve essere quello di creare un dialogo costante e trasparente per avvicinarsi ai cittadini. L’ente, per cui, comprende il putiferio che la vicenda tragicomica deve aver creato. Pertanto, s’impegna a predisporre il necessario affinché quanto accaduto non si possa ripetere in futuro”.

Una situazione di non poco conto

Ma è possibile regolamentare casi del genere? E, a livello legale, come si svolge questa faccenda? Prendiamo in questione la faccenda di uno tra i social più utilizzati oggi giorno: YouTube, che ha difeso il suo record sulla rimozione di contenuti inappropriati.

Il sito di condivisione video ha affermato che i video, circa 8 milioni, sono stati rimossi tra luglio e settembre 2018, con l’81% di questi rimossi automaticamente dalle macchine e tre quarti di questi che non hanno ricevuto mai una singola visualizzazione.

A livello globale, YouTube impiega 10.000 persone nel monitoraggio e nella rimozione dei contenuti, nonché nello sviluppo delle politiche.

I numeri da record

Facebook, proprietaria di Instagram, ha dichiarato che possiede 30.000 persone in tutto il mondo che lavorano su sicurezza e protezione. Ha affermato, infatti, di aver rimosso 15,4 milioni di contenuti violenti tra ottobre e dicembre, rispetto ai 7,9 milioni dei tre mesi precedenti.

Alcuni contenuti possono essere rilevati e rimossi automaticamente prima che vengano visualizzati dagli utenti. Nel caso della propaganda terroristica, Facebook afferma che il 99,5% di tutto il materiale rimosso tra luglio e settembre è stato realizzato da “tecnologia di rilevamento”.

Se vengono pubblicati contenuti illegali, come “pornografia” o materiale estremista, su un sito di social media, sarà la persona che lo ha pubblicato, piuttosto che le società di social media, ad essere maggiormente a rischio di perseguimento legale.

La questione INPS

Ma torniamo alla rognosa questione INPS, risposte veloci e dirette, forse troppo poco ‘istituzionali’. Come è accaduto per un utente che è stato invitato dallo stesso social media manager a rivolgersi ai “rappresentanti politici” per la sua rabbia spropositata nei confronti degli stessi (“E’ uno schifooo”, ha commentato il cittadino) visto che l’Inps applica solo le leggi e non ha potere discrezionale.

Il profilo Facebook “Inps per la famiglia”, che a detta dello stesso istituto per la previdenza conferma essere un veloce canale di dialogo con il pubblico, è in piena attività social.

Non solo perché si trova a gestire migliaia di domande e richieste da parte di utenti interessati al reddito di cittadinanza. Ma, in particolare, perché le risposte che si trovano sono del tutto fuori dai ‘canoni’ del rapporto con la Pubblica amministrazione. Tanto da guadagnarsi un trofeo, per la migliore tragicomica gestione di social da parte di un’istituzione pubblica.

Le notizie viaggiano in fretta, e tutto il web ha subito iniziato a parlare, condividere e fare screenshot dell’accaduto nel giro di pochissimo tempo, tanto che è anche nata una pagina che definisce il social media manager dell’Inps un “Eroe nazionale” e riporta una serie di screenshot delle risposte più inusuali e, a detta nostra, insulse e prive di educazione e morale.

La qualità della professione

D’altra parte, non manca chi nota un altro aspetto della questione: la ‘qualità’ delle domande degli utenti, che in molti casi denotano un alto bisogno di assistenza per accedere al beneficio e una scarsa conoscenza dei suoi meccanismi. Vengono rimarcate anche le lamentele circa le cifre messe sul piatto, in alcuni casi discrepanti rispetto a quel che era stato prospettato ai Caf.

E ancora, cittadini che si autodenunciano per pressapochismo, persone che non hanno idea di cosa sia un pin e come richiederlo, concittadini che hanno bisogno di aiuto reale e non di risposte sarcastiche e che cadono nel ridicolo.

Inps e Social Media: la censura

La rete prende le parti dei cittadini che interrogano l’Inps e censura l’atteggiamento dei gestori della pagina, sarcastici e duri in alcune risposte. Ed è quello su cui noi vogliamo puntare senza alcuna ombra di dubbio: il lavoro del social media manager è un lavoro serio, onesto e di virtuale contatto con i clienti/utenti.

Ci sono alcuni casi, in cui, il sarcasmo è veramente un’operazione di marketing che funziona (vedi il caso Taffo), ma in questioni delicate come richieste sul reddito di cittadinanza e su persone che realmente si stanno rivolgendo ad un social per un aiuto pratico, ebbene realmente pensare a chi viene assunto come social media e, in particolar modo, alle risposte che il suddetto dovrà dare.