Categorie
Due Diligence M&A Uncategorized

La Due Diligence ESG (Environmental, Social, Governance): non più un’opzione, ma una necessità

Nel dinamico e complesso universo delle fusioni e acquisizioni (M&A), un nuovo paradigma si è imposto con forza, trasformando radicalmente le modalità di valutazione e di gestione del rischio. Non si tratta di un’effimera tendenza, ma di un cambiamento strutturale destinato a perdurare: la Due Diligence ESG (Environmental, social, and governance). Quello che fino a pochi anni fa era considerato un elemento di contorno, un vezzo per aziende particolarmente sensibili alle tematiche etiche, è oggi diventato un pilastro fondamentale di ogni operazione di M&A di successo. Ignorare i fattori ESG non è più un’opzione contemplabile; è una necessità imprescindibile per chiunque voglia navigare con successo le acque, talvolta turbolente, delle transazioni societarie. In questo articolo, esploreremo in profondità cosa sia la Due Diligence ESG, perché la sua importanza sia cresciuta in modo esponenziale e come si applichi concretamente nel contesto di un’operazione di M&A, fornendo infine un esempio pratico per illustrarne l’utilizzo.

L’evoluzione della Due Diligence: Oltre i confini del bilancio

Per comprendere appieno la portata della Due Diligence ESG, è necessario fare un passo indietro e considerare l’evoluzione del concetto stesso di due diligence. Tradizionalmente, questo processo si concentrava quasi esclusivamente sugli aspetti finanziari, legali e fiscali di un’azienda target. L’obiettivo era chiaro: identificare potenziali passività, rischi e “scheletri nell’armadio” che potessero compromettere il valore dell’operazione. Sebbene questa analisi rimanga cruciale, il mondo è cambiato. La crescente consapevolezza dei rischi legati al cambiamento climatico, l’attenzione sempre maggiore verso i diritti dei lavoratori e la richiesta di una governance aziendale trasparente ed etica hanno ampliato l’orizzonte della valutazione.

Le aziende non sono più considerate entità isolate, il cui successo si misura unicamente in termini di profitti e perdite. Sono, a tutti gli effetti, attori sociali con un impatto profondo sull’ambiente, sulle comunità in cui operano e sulla vita dei loro dipendenti. In questo nuovo scenario, i rischi e le opportunità non si celano più soltanto tra le righe di un bilancio. Un’azienda con un modello di business altamente inquinante, ad esempio, potrebbe trovarsi ad affrontare ingenti costi per adeguarsi a nuove normative ambientali o subire un danno reputazionale devastante. Allo stesso modo, un’impresa che vanta eccellenti pratiche di gestione delle risorse umane e un forte legame con il territorio sarà probabilmente più resiliente e capace di attrarre e trattenere talenti. La Due Diligence ESG nasce proprio dalla necessità di mappare e valutare questa nuova costellazione di rischi e opportunità, che hanno un impatto diretto e tangibile sul valore a lungo termine di un’azienda.

I tre pilastri della Due Diligence ESG: Un’analisi a 360 gradi

La Due Diligence ESG si articola su tre direttrici fondamentali, ciascuna delle quali apre una finestra su aspetti specifici della sostenibilità e della responsabilità d’impresa. L’analisi congiunta di questi tre pilastri offre una visione olistica e incredibilmente dettagliata dello stato di salute di un’azienda, ben al di là dei soli dati finanziari.

Il pilastro Ambientale (Environmental)

Il primo pilastro, quello ambientale, si concentra sull’impatto che le attività di un’azienda hanno sull’ecosistema. L’analisi in questo ambito è vasta e complessa e non si limita a verificare il rispetto delle normative vigenti. Si tratta di una valutazione proattiva che mira a comprendere la sostenibilità del modello di business nel lungo periodo. Tra gli elementi chiave che vengono esaminati rientrano la gestione delle emissioni di gas serra e l’impronta di carbonio complessiva dell’azienda. Si valuta se l’impresa abbia implementato politiche efficaci per la riduzione delle emissioni e se sia preparata ad affrontare un futuro a basse emissioni di carbonio. Un altro aspetto cruciale è la gestione dei rifiuti e l’adozione di principi di economia circolare. Si indaga se l’azienda stia lavorando per ridurre la produzione di rifiuti, promuovere il riciclo e il riutilizzo dei materiali, e se stia esplorando modelli di business più circolari. L’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili sono ulteriori elementi di grande importanza, così come la gestione delle risorse idriche, la prevenzione dell’inquinamento del suolo e la tutela della biodiversità. L’obiettivo è duplice: da un lato, identificare potenziali passività ambientali, come costi di bonifica o sanzioni per il mancato rispetto delle normative; dall’altro, individuare opportunità di creazione di valore, come la riduzione dei costi operativi attraverso l’efficienza energetica o il miglioramento della reputazione aziendale grazie a un forte impegno per la sostenibilità.

Il pilastro Sociale (Social)

Il secondo pilastro, quello sociale, sposta l’attenzione sulle persone: i dipendenti, i fornitori, i clienti e le comunità in cui l’azienda opera. Questo ambito della Due Diligence ESG è forse il più complesso da quantificare, ma non per questo meno importante. Un’attenta analisi sociale può rivelare rischi significativi legati alla gestione del capitale umano e alle relazioni con gli stakeholder. Tra gli aspetti principali che vengono esaminati vi sono le politiche di salute e sicurezza sul lavoro. Si verifica se l’azienda garantisca un ambiente di lavoro sicuro e salubre e se abbia implementato procedure adeguate per prevenire infortuni e malattie professionali. Le relazioni con i dipendenti sono un altro elemento centrale: si analizzano le politiche retributive, gli orari di lavoro, la libertà di associazione sindacale e la presenza di eventuali controversie lavorative. La diversità e l’inclusione sono temi sempre più rilevanti: si valuta se l’azienda promuova attivamente una cultura inclusiva e se garantisca pari opportunità a tutti i dipendenti, indipendentemente da genere, etnia, orientamento sessuale o altre caratteristiche personali. L’analisi si estende anche alla catena di fornitura, per verificare che i fornitori rispettino standard etici e sociali adeguati, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e la lotta al lavoro forzato e minorile. Infine, si considera l’impatto dell’azienda sulle comunità locali, valutando il suo impegno in iniziative di sviluppo locale e il dialogo con gli stakeholder del territorio. Una cattiva gestione degli aspetti sociali può tradursi in scioperi, calo della produttività, difficoltà ad attrarre talenti e danni reputazionali ingenti.

Il pilastro della Governance

Il terzo e ultimo pilastro, quello della governance, riguarda la struttura e i processi decisionali dell’azienda. Una buona governance è il fondamento su cui si poggiano la sostenibilità e la responsabilità d’impresa. Senza una leadership etica e trasparente, anche le migliori politiche ambientali e sociali rischiano di rimanere lettera morta. L’analisi della governance si concentra su diversi elementi chiave. La composizione e l’indipendenza del consiglio di amministrazione sono aspetti fondamentali: si valuta se il CdA sia composto da membri con competenze diversificate e se sia in grado di esercitare un controllo efficace sul management. Le politiche di remunerazione dei dirigenti vengono esaminate per verificare che siano allineate con la creazione di valore a lungo termine e che non incentivino comportamenti rischiosi o poco etici. La trasparenza e la qualità dell’informativa non finanziaria sono un altro punto cruciale: si valuta se l’azienda comunichi in modo chiaro e completo le proprie performance ESG. Le politiche anticorruzione e di gestione dei rischi sono al centro dell’analisi, per verificare che l’azienda abbia implementato procedure efficaci per prevenire e contrastare comportamenti illeciti. Infine, si esaminano i diritti degli azionisti e il dialogo con gli investitori, per valutare il livello di apertura e di trasparenza dell’azienda nei confronti del mercato. Una governance debole può nascondere rischi significativi, come frodi, scandali e decisioni strategiche miopi che possono compromettere il futuro dell’azienda.

Il motore del cambiamento: Perché la Due Diligence ESG è diventata cruciale

La crescente importanza della Due Diligence ESG non è un fenomeno casuale, ma il risultato di una convergenza di fattori che stanno ridisegnando il panorama economico e finanziario globale.

In primo luogo, vi è una crescente pressione da parte degli investitori. I grandi fondi di investimento istituzionali, i fondi pensione e le società di gestione del risparmio hanno compreso che i fattori ESG hanno un impatto diretto sulle performance finanziarie a lungo termine. Di conseguenza, integrano sempre più l’analisi ESG nei loro processi di investimento e chiedono alle aziende maggiore trasparenza e responsabilità su questi temi.

In secondo luogo, il quadro normativo si sta evolvendo rapidamente. In Europa, la direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese (CSRD) e la proposta di direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese (CSDDD) stanno introducendo obblighi sempre più stringenti per le aziende in materia di informativa e di gestione dei rischi ESG. Queste normative non solo impongono nuovi adempimenti, ma creano anche nuove responsabilità legali per le aziende che non si adeguano.

In terzo luogo, i consumatori e la società civile sono sempre più attenti e informati. Grazie ai social media e a un accesso più facile alle informazioni, i consumatori sono in grado di premiare le aziende virtuose e di boicottare quelle che non rispettano standard etici e ambientali adeguati. Questo si traduce in un impatto diretto sulla reputazione e sul fatturato delle imprese.

Infine, le stesse aziende stanno prendendo coscienza dei benefici di un approccio sostenibile. Una buona gestione dei fattori ESG può portare a una riduzione dei costi operativi, a un miglioramento dell’efficienza, a una maggiore capacità di attrarre e trattenere talenti, a un più facile accesso al credito e a una maggiore resilienza di fronte alle sfide del futuro. In un mondo sempre più interconnesso e complesso, la sostenibilità non è più un costo, ma un investimento strategico.

Esempio pratico: La Due Diligence ESG nell’acquisizione di “Alfa S.p.A.”

Per comprendere meglio come si applica concretamente la Due Diligence ESG, immaginiamo che un fondo di private equity, “Beta Capital”, stia valutando l’acquisizione di “Alfa S.p.A.”, un’azienda manifatturiera di medie dimensioni. Oltre alla tradizionale due diligence finanziaria e legale, Beta Capital decide di condurre un’approfondita analisi ESG.

Fase 1: Identificazione dei rischi e delle opportunità materiali

Il team di Beta Capital inizia analizzando il settore in cui opera Alfa S.p.A. e identifica i temi ESG più rilevanti. Essendo un’azienda manifatturiera, i principali rischi ambientali sono legati al consumo di energia, alle emissioni di CO2, alla gestione dei rifiuti e all’utilizzo di sostanze chimiche. Sul fronte sociale, i temi più caldi sono la sicurezza sul lavoro, le relazioni sindacali e la gestione della catena di fornitura, in particolare per quanto riguarda i fornitori provenienti da paesi a rischio. Per quanto riguarda la governance, l’attenzione si concentra sulla struttura del consiglio di amministrazione, a maggioranza familiare, e sulla trasparenza delle politiche di remunerazione.

Fase 2: Raccolta e analisi dei dati

Beta Capital richiede ad Alfa S.p.A. una serie di documenti, tra cui il bilancio di sostenibilità (se esistente), le certificazioni ambientali (es. ISO 14001), i dati sui consumi energetici e sulle emissioni, i registri degli infortuni sul lavoro, i contratti con i principali fornitori e i verbali delle riunioni del CdA. Inoltre, il team di Beta Capital conduce una serie di interviste con il management di Alfa S.p.A., con i rappresentanti dei lavoratori e con alcuni fornitori chiave.

Fase 3: Valutazione dei rischi e delle opportunità

Dall’analisi emergono alcuni punti di attenzione. Sul fronte ambientale, si scopre che Alfa S.p.A. ha un consumo energetico superiore alla media del settore e non ha ancora definito un piano per la riduzione delle emissioni. Questo rappresenta un rischio, in vista di una possibile introduzione di una carbon tax, ma anche un’opportunità: investendo in efficienza energetica, Beta Capital potrebbe ridurre i costi operativi e migliorare il profilo di sostenibilità dell’azienda. Sul fronte sociale, emerge che in passato ci sono state alcune tensioni sindacali, ma che la situazione si è normalizzata. Tuttavia, l’analisi della catena di fornitura rivela che uno dei principali fornitori di materie prime opera in un paese con gravi problemi di sfruttamento del lavoro. Questo rappresenta un rischio reputazionale e legale significativo. Sul fronte della governance, si conferma che il CdA ha una composizione poco diversificata e che le politiche di remunerazione non sono del tutto trasparenti.

Fase 4: Integrazione dei risultati nella decisione di investimento e nel piano post-acquisizione

Sulla base dei risultati della Due Diligence ESG, Beta Capital decide di procedere con l’acquisizione, ma a un prezzo leggermente inferiore a quello inizialmente ipotizzato, per tenere conto dei rischi identificati. Inoltre, Beta Capital inserisce nel contratto di acquisizione alcune clausole specifiche, che obbligano i venditori a fornire garanzie sul rispetto delle normative ambientali e sociali. Infine, Beta Capital sviluppa un piano di creazione di valore post-acquisizione che include specifici interventi in ambito ESG: un piano di investimenti per l’efficienza energetica, la revisione della catena di fornitura con la sostituzione del fornitore a rischio, e la nomina di un consigliere indipendente nel CdA con competenze in materia di sostenibilità.

Questo esempio dimostra come la Due Diligence ESG non sia un mero esercizio di stile, ma uno strumento strategico fondamentale per prendere decisioni di investimento più informate, per gestire i rischi in modo proattivo e per creare valore a lungo termine. In un mondo che cambia a una velocità vertiginosa, le aziende che sapranno integrare la sostenibilità nel proprio DNA saranno quelle che prospereranno. E la Due Diligence ESG è la bussola indispensabile per orientarsi in questo nuovo e affascinante territorio.

Partecipa a

INSIDE BRASILE


7 maggio ore 15:30 – Piazza Borsa, 3b | Treviso.

Insieme alla camera di Commercio di Treviso discuteremo di opportunità e modalità di export e business sul Brasile che attualmente è molto attenta ai prodotti Italiani.


2024

Chiusura Estiva

dal 9 al 23 Agosto